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con le pubbliche, egli veniva ad accendere dentro del paese una guerra della quale l’esito non si poteva antivedere. E tanto è vero che la nazione non s’era divisa da Saul, ch’egli aveva più di tremila uomini armati seco; Davide non più di secento, e taluni di costoro tribolati e spintati; e si nascondeva per luoghi remoti. Ma cotesto non toglie il merito grande dell’aver sotto il taglio della spada, sotto la punta dell’asta l’uomo che m’ha fatto tanto male, e che sta per farmene, e non lo toccare, e impedire che altri stenda la mano sopra di lui.
Quando fu l’alba e che per il campo di Saul cominciavano i sommessi rumori di gente che si risente dal sonno; e già nel bianchiccio del cielo si discernevano come in rilievo le brune cime de’ monti; Davide salì in cima a un poggio dove lo potessero vedere dal campo, per intervallo di distanza sicura; e diede un grido, che alzassero gli occhi a lui tutti gli armati di sotto: e quando li vide rivolti in su tutti, chiamò a nome Abner figliuolo di Ner, e lo chiamò ancora, e gli disse «Abner, che! non rispondi?» Abner rispose e disse: «Chi se’ tu costassù che gridi e dai noia al re?» Davide a lui: «Non sei tu forse il prode di tanta fama? e chi pari a te in Israello? Or come gridi tu il guardi tu il re signor tuo? Entrò uno stanotte nella tenda per uccidere il re tuo signore. Tu qui non hai fatto da prode. Al nome di Dio, siete voi costì gente morta, che non sapete difendere il signore vostro? Or guarda un poco dov’è l’asta del re, e dove la coppa sua dell’acqua, che gli era da capo stanotte».
Poteva Davide questa seconda volta, se non la prima, menar vanto dell’atto generoso o farne come un guanto di ferro da schiaffeggiare con raffacci la faccia del re: poteva, non dico, scrivergli una lettera amara (allora