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passare que’ due, non imaginando mai tanto ardire, e non sentendo rumore più forte, avranno richiusi gli occhi e copertisi col ruvido gabbano dalla guazza notturna. Iddio permise così. Un fremito dell’aria che percuotesse più addentro negli orecchi d’un solo di que’ tremila, ed ecco Davide morto, e mutate le sorti del popolo d’Israello. I miracoli delle cose che non accadono, sono più grandi che quelli delle grandi cose che accadono; in quelli più che in questi, se li conoscessimo apparirebbe, con la bontà, la divina potenza.
Allontanatisi un poco, Davide cominciò a persuadere ad Abisai, che era ben fatto quanto egli aveva fatto; giacché gli atti generosi, al parer di taluni, sono stranezze da doversene discolpare; son furti fatti alla giustizia divina, a questa bella società civile, e a noi stessi. Dunque Davide s’ingegnò di dimostrare ad Abisai che lo stendere sopra Saul la mano omicida sarebbe stato atto reo; che Dio poteva, quando a lui piacesse, togliere la vita a Saul o per malattia o in battaglia; ma non l’avrebbe mai toccata egli, Davide. Voi direte: Se a quell’Aod fu lecita cosa, anzi merito, uccidere quell’Eglon re moabita; or perché non a Davide uccidere Saul? Vi rispondo che il re moabita era uno straniero il qual non aveva sopra il popolo d’Israello diritto veruno, e nessuno ce l’aveva chiamato, e nessuno ce lo poteva patire. Ma Saul era stato, col consenso della nazione, creato re, e confermato con cerimonia religiosa; e quantunque egli avesse fatto crudelmente ammazzare tanti innocenti, e perseguitasse Davide suo genero non l’aveva tuttavia la nazione rigettato da sé. Onde se Davide gli avesse, per vendicare i torti proprii, o mosso guerra, o tolto la vita; oltre al confondere ingenerosamente le private offese sue