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luogo in casa del padre vostro, da alloggiare?». La quale rispose: «Sono figliuola di Batuele, figlio di Melca e di Nacor». E aggiunse: «Ci abbiamo paglia e fieno assai, e luogo da starci». Allora l’uomo inchinò la fronte, e levò gli occhi al cielo sereno, e ringraziò Dio dicendo: «Benedetto il Signore Dio d’Abramo signor mio, Iddio che non tolse da esso la sua misericordia e la sua verità, e mi condusse diritto a casa il fratello del signor mio».
La fanciulla corse in casa della madre, e riportò le parole udite, e diceva: «Così quell’uomo mi ha detto». Ella aveva un fratello, di nome Libano; il quale, vedendo le buccole e i braccialetti dell’oro corse presto alla fonte. La giovane non si era rallegrata dell’oro; ma prima la vista del vecchio le aveva fatto allegria, e poi la novella ch’egli era servo d’un del suo sangue; e anche era lieta dell’avergli, senza conoscerlo, fatto buone accoglienze. Labano lo trovò presso ai cammelli sdraiati vicin della fonte. E gli disse: «Entra, benedetto dal Signore: perchè stai tu fuori? Ho preparato a te l’albergo, e posto ai cammelli». E lo condusse, e l’aiutò a scaricare i cammelli, e dié paglia e fieno; e acqua a lui da lavargli i piedi, e agli altri venuti seco. Lo fecero sedere, e gli apposero pane che mangiasse; ma egli: «Non mangerò, che io non abbia parlato le parole ch’ho a dire». Labano rispose: «Parla». E egli raccontò come Abramo, benedetto da Dio, l’aveva mandato per trovare moglie al suo figliuolo dal parentado suo stesso; e come egli era giunto alla fonte, e pregato Dio in cuore che gli facesse conoscere la fanciulla destinata al figliuolo del suo padrone, gliene facesse conoscere a un atto di cuor gentile; e come Rebecca venne, e come fece atto di cuor