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Ma perchè non lo richiama il re a vivere seco? Non osò proporre a Davide che, dopo tante insidie si fidasse di bel nuovo; e temette forse sè stesso e la propria passione, che, quasi furore, non lo ripigliasse, e non lo traesse a nuovo tradimento. O nella confusione di quel riscontro, non gli cadde in mente a lui disusato dalle accoglienze affettuose, di fargliene motto. A ogni modo, vi lascio pensare quanto avrà gioito di ciò Gionata, l’amico suo; e quante cose dal tempo sperate sempre migliori. Ma Gionata forse, per non offendere il padre, non gli avrà nemmen detto quella parola che pur dal cuore gli veniva tante volte alle labbra: «Vedete, padre mio, che Davide ha l’anima generosa».
Qui Davide fece una cosa la quale lodare sarebbe fallo. Per salvarsi dalle insidie di Saul, andò ad Achi, quale re di Get, nemico d’Israello e gli chiese di poter nella città di Siceleg co’ suoi secento, abitare. E ad Achi non parve vero. Ma coi nemici della patria non sono da prendere impegni, nè profferte accettare. Davide fece peggio. Usciva co’ suoi secento a guastare il paese degli Amaleciti e d’altre genti nemiche a Israello; e tornavano ad Achi; e si dava vanto d’aver guastate le terre dello stesso Israello. Egli mentiva per farsi stimare del popolo suo, e che il nemico del popolo suo si fidasse di lui. Questa bugia, Davide la pagò cara assai1. Dopo quattro mesi avvenne che i Filistei prepararono guerra contro Israello: e Achi disse a Davide, tenendolo omai per servo fedele, gli disse che aveva anch’egli in sua compagnia a far la guerra. Le tende de’ Filistei erano in Afer; e
- ↑ Non tutte sono d’uguale gravità le menzogne; non ogni nascondimento del vero è sempre colpa. Ma la legge evangelica ha perfezionata anche in ciò la mosaica; ha resa l’umana coscienza più cauta insieme e più sicura, più delicata e più dignitosa.