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dai pericoli, si dipartirono; e Davide rimase nella foresta. Gionata ritornò nella reggia casa, casa disgraziata.
Ma taluni del paese di Zif vennero a re Saul e gli dissero: «Voi cercate, o signore, di Davide: or non si trova egli nel più folto della foresta, sul poggio d’Achila a mandiritta non si trova egli là? Venite, e darlo nelle mani del re sarà cura nostra». Si rallegrò Saul di torbida gioia, e: «Preparate le cose con cura: badate bene; tenete dietro ad ogni orma del suo piede; interrogate chi l’abbia veduto, e in che luogo l’abbia veduto. Egli sta all’erta sempre. Ricercate bene a uno a uno i nascondigli dov’è solito accovacciarsi; e ritornate da me a cosa certa e sicura, e io ci vengo. Si foss’anco imbucato sotterra, ne lo trarrò. Mi metterò sulle tracce degli abitanti di Giuda a uno a uno, per iscoprire la traccia di lui». Come diventa abbondante di parole re Saul quando si tratta dell’uomo odiato! Come benedice quelle spie fide e pie! Come le intenerisce della sua grande disgrazia; della disgrazia sua grande d’aver un nemico, e di non poter passare da banda a banda! Come si raccomanda a’ montanari di Zif! Come si fa servitore delle spie! Come prega di disporre le faccende per bene, con prudenza e bravura per riuscire a che? Alla morte d’un uomo, dell’uomo a chi egli aveva sposata la propria figliuola. Come par gli dispiaccia che cotest’uomo si badi, che non si lasci, da buon suddito, fedelmente ammazzare! Come sa bene commettere a quelli di Zif che facciano, che trovino, che conducano sua maestà sopra luogo, a colpo bell’e sicuro! Come fa il bravo a promettere di volerlo cercare fin nelle viscere della terra, perchè spera che quelli di Zif gli rendono questo servizio di carità! Poteva egli re Saul raccomandare più fortemente a quelli di Zif,