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senza parola. Ritornò Gionata alla città, doloroso e solo, ma pur consolato dell’aver salva così cara vita; e portò alla sorella Micol le novelle, e le preghiere e i consigli del profugo marito: e piansero.
Per fuggire dall’ira di Saul, pensò Davide1 d’andarsene nel paese di Get, nemico a Israello; del qual paese era Golia, quel gigante che il pastore aveva atterrato colla sua fionda. Com’ebbero visto Davide i servitori di Achi re del paese di Get, credendo far cosa grande al re, e avere vanto di saper come cani, annusare la preda, dissero: «Non è forse Davide questi, il vincitore, al quale danzando cantavano: Vinse Saul mille, e Davide diecimila? Sentì Davide tali discorsi, e, al modo come già lo guatavano, vide che dal re di Get era assai da temere: la quale cosa e’ poteva aspettarsi anche prima. E, a campare dal pericolo, pensò un’astuzia non degna, per verità, di tale uomo; fingersi pazzo. E fece un viso spaurito; e stava con le mani spenzolone, e gli occhi stravolti; e dava di cozzo negli stipiti, invece d’entrare dagli usci; e si lasciava sulla barba arruffata sgocciolare la bava. Così lo condussero dinnanzi ad Achi. Al vedere quelle sconce cose, disse il re alla sua gente: «Perchè vedendo ch’egli era un matto condurlo d’innanzi a me? Non ce n’è forse de’ pazzi fra noi, che mi portiate a vedere anche questa così per vaghezza?».
Poteva il re per vendette della toccata sconfitta, pure al sentire che costui era tenuto per Davide, tuttochè così deformato ammazzarlo. Certe polizie d’oggidì sono un
- ↑ Ciò che non è lodevole secondo la ragione comune, e non imitabile agli uomini, può essere in certi casi rispettabile secondo una più alta ragione. Tali certi fatti della vita di David.