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insanabile il rancore del padre mio, non vel abbia a dire?». Davide allora: «Ma come farò io a sapere se vostro padre vi risponde parola dura di me?». Gionata a Davide: «Venite, usciamo un poco all’aperto». Mentre andavano per la campagna insieme, Gionata con gli occhi levati al cielo: «Signore Iddio d’Israello, se io vengo a conoscere le intenzioni del padre mio verso Davide, e se le vedo buone e subito non gliele fo sapere; Signore, gastigate pure Gionata, che lo avrà meritato. Ma se il mal animo di mio padre non resta; io ve ne farò sapere, o Davide, e vi lascerò ire in pace; che il Signore sia con voi in tutte le vostre vie, come fu con Saul padre mio. Io non so che sorti alla famiglia nostra destini, o Davide, Iddio: ma se a voi è serbata una vittoria dolorosa al cuore vostro (sì, dolorosa, Davide: io lo credo e lo so); non ve la invidio, e, come vi benedice il Signore, vi benedico. Se mai... allora, Davide, ricordatevi di Gionata, che come fratello v’amò. S’io sarò vivo allora, usatemi compassione nel nome del Signore; e se sarò morto, non togliete la vostra compassione dalla mia infelice famiglia» . Davide si sentì intenerito e umiliato; e non sapeva dire parola. Nondimeno, stretto dalle preghiere di Gionata, gliene promise, pur desiderando che vittoria non segua, ma chiudendo gli occhi al buio avvenire, che la luce di Dio lo rischiari.
E perchè Gionata amava Davide molto, come la vita propria l’amava, volle per l’appunto accordarsi del modo che gli farà giungere le novelle e con quella ingegnosa e minuta diligenza che l’amor vero insegna, pensò così: «Domani è dì di festa, e posdomani; e domanderanno di voi. Per sapere quel che avran detto, e quel ch’è a fare, verrete da quel sentiero dov’è il masso che chiamano