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sangue innocente?». La soavità e la franchezza e la semplicità di questa preghiera mista a rimprovero irreprensibile penetrò al cuore di Saul e fu come un lampo che, tra desiderato e temuto, illumina la valle e mostra allo smarrito viandante il cammino precipitoso. Onde placato Saul disse a Gionata: «No, al nome di Dio, non vo’ che Davide muoia». Non osava Gionata dimostrare tutta la gioia dell’animo; che quella non paresse offesa al passato rancore del padre misero e amato. E chiamò Davide, e gli disse la cosa e l’accompagnò a Saul egli stesso, per leggere negli occhi o negli atti del padre quel che s’avesse a sperare d’ora innanzi o a temere. E il re lo accolse con sembiante tranquillo, come se nulla fosse corso tra loro; e pareva contento di Davide, perch’era meno scontento di sè.
Or ecco nuovi moti di guerra; e Davide nuovamente esce in campo, e combatte i Filistei e li sperde. Ed ecco l’umor nero di Saul dar fuori da capo, e lo spirito d’invidia agitarlo. Chiamarono Davide che l’acquetasse col canto, come soleva. Era notte, e l’armonia si spandeva per l’aria quieta, si spandeva mesta, come voce in solitudine. Or mentre accompagnava il canto colla cetera, Saul gli si avventa per inchiodarlo alla parete colla lancia che teneva d’accanto: ma la lancia si conficcò tremolando nel muro; e Davide fuggì via. Saul manda sgherri alla casa di Davide, che appostati alle porte la mattina quand’egli esce, l’uccidano. Micol, che aveva poc’anzi visto entrare il marito turbato non da spavento ma da orrore che il padre di sua moglie volesse far vedova la propria figliuola; Micol sentì, con l’orecchio di persona che ama, per le tenebre il fruscio de’ passi, e il sordo posare delle armi per terra: e s’affacciò da uno spiraglio, e vide gli