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con che ansietà spedirono questi infelici i messaggi, supplicando che presto venissero con risposta di vita o di morte. Potete pensare il pianto delle madri; lo spavento de’ timidi, l’ira impotente de’ pochi animosi. Vennero i messaggi di Jabes in Gabaa dov’era Saul; e nella presenza del popolo dissero l’atroce novella. E si commosse tutto il popolo, e pianse. Ed ecco Saul ritornava dal campo a lento passo dietro a’ suoi buoi; e sentendo quel duolo: «Che ha, disse, il popolo, che piangono così?». Sapute le parole di quelli di Jabes, egli subitamente s’accese di pietoso sdegno e magnanimo, messogli in cuore da Dio; e prese i due buoi, e li ammazzò e fece in pezzi, e ne mandò un pezzo a ciascuna delle tribù d’Israello, dicendo: «Chi non viene, e che non seguiti Saul e Samuele, così sarà fatto de’ bovi di lui». Parte timore dell’insolito risoluto comando, e parte pietà, e parte l’onore della patria, e la brama di allontanare ciascuno da sè simile onta, mosse il popolo; e tutti accorsero umanamente. E dissero ai messaggi: «Andate, e agli uomini di Jabes direte così: domani quando il sole cominci a riscaldare la terra, la salvezza verrà». Corsero i messaggi, e con cenni da lontano indicavano lieta novella. Come la intesero, gli uomini di Jabes furono consolati. E mandarono dicendo a Naas ammonita: «Domani saremo a voi».
Il dì dopo intanto che Naas co’ suoi già gustava in fantasia la gioia feroce dell’altrui onta, Saul, fatte tre schiere, s’avventò sopra loro, e li battè dal primo mattino a sole ben alto. E fece d’uccisi un gran monte; gli altri sperperati, che non ne rimasero insieme due. Vennero que’ di Jabes a rincontro, ringraziando e Saul e ciascuno de’ figli d’Israello, più il Signore che li aveva ispirati di sì pio coraggio. E il popolo d’Israello, nell’ebrezza della