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condotta tutta in un luogo a perdere il tempo, a spendere danaro, a guastarsi il cervello e il cuore con la vista di cose nuove, più cattive che buone (perchè l’aria di città è aria malsana a chi è uso vedere sempre il sole all’aperto): non era, dicevo, condotta la povera gente a cader nelle mani di faccendieri imbroglioni; a essere soverchiata da chi aveva più soldi o più credito o più petulanza. Fatto il suo giro de’ paesi ritornava Samuele in Ramata dov’era la sua famiglia, e dove chi fuor del solito tempo volesse, poteva ricorrere a lui.

Ma Samuele era invecchiato di molto; e pensò di porre in sua vece i figli suoi come giudici. Senonché, non sempre i figliuoli di padre buono son buoni: e questo permette Iddio, acciocché certe schiatte non inorgogliscano del bene, e certe altre non si abbandonino al male disperatamente; ma ciascun uomo che viene nel mondo, eserciti la propria libertà con merito di fatica. Dunque dico che i figliuoli di Samuele non somigliavano al padre; ma abbassarono l’anima al vizio dell’avarizia sporco e vile. E pigliavano danari e vendevano la giustizia che è cosa santa. Di che sdegnati e dolenti tutti i padri di famiglia, s’intesero tra loro, e vennero a Ramata, e dissero a Samuele: «Voi siete invecchiato, e i figliuoli vostri non battono la vostra strada. Dateci dunque un re, che ci giudichi; che l’abbiamo anche noi, come gli altri popoli l’hanno, un poco di re». A Samuele ne dolse; non già che volesse difendere come cosa santa le colpe dei proprii figli, ma prevedeva i malanni grandi che gl’Israeliti si pigliavano in collo. Potevano chiedere altri giudici invece di que’ due, avari e mercanti della giustizia; ma subito la voglia di re! e per che cosa? Per essere come gli altri. Per vanità lo chiedevano; non per amore della giustizia schietto e severo. Gli