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La Vittoria pura.


Abramo conservava nel cuore l’affetto del nipote lontano; perchè la lontananza può accrescer valore ai degni affetti nelle anime degne. Come veramente amasse Abramo il suo nipote, lo fece vedere nel dì del pericolo. Quattro piccoli signori di quattro paesi vicini mossero guerra a cinque altri piccoli signori; e tra questi era il re della città dove Lot dimorava. Ma re, di que’ tempi e in que’ luoghi, vuol dire il capo del popolo; e non poteva e non voleva far cosa senza il consenso del popolo stesso; e vivevano senza sfarzo alla buona. Quattro signori combattevano dunque contro i cinque; e li messero in fuga. Molti morirono; altri scapparono alla montagna: e la città dove Lot viveva con la sua famiglia, fu presa, e le robe delle persone che non avevano fatto alcun male ai vincitori, come accade nella guerra, rubate; e preso anche Lot con la sua famiglia, e portato via tra’ nemici. Abramo stava allora nella valle di Mambre; e Mambre co’ due suoi fratelli erano buoni amici d’Abramo. Questi non sapeva del caso; quando si vide venire un uomo fuggito dalla battaglia, e spaurito tuttavia, che gli dice, Lot essere preso. A quella novella Abramo non stette a pensare nè il disagio nè il pericolo, tolse trecendiciotto de’ suoi servi, e corse a liberare il nipote e tutti coloro che andavano prigioni seco. Perchè Abramo era buono, e coraggioso; e l’amor del congiunto e di tutti gl’infelici non si contentava di mostrarlo con lezii o con lamenti, ma sapeva fare fatti, a un bisogno. Lot, dimorando in città, aveva perduto forse di quel vigore che la sua natura gli diede; ma Abramo, per valli e per montagne, sempre nel prospetto del cielo immenso