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tratto di via». Ella gradì e si misero adagio adagio in cammino le tre poverette.
Quando furono a un certo luogo, Noemi, temendo che Orfa e Rut fossero stanche, e sentendo che sempre più amaro sarebbe alla lunga il distacco, si fermò sotto un albero, e disse loro: «Figliuole mie, ritornatevene alla casa di vostra madre; con la mia benedizione ritornatevene, figliuole mie. Faccia il Signore misericordia con voi, così come voi avete fatto co’ miei morti, e meco. Il Signore vi dia grazia di trovar pace nella casa dell’uomo che vi è destinato». E le abbracciava e baciava; e piangeva pensando a’ suoi figliuoli, e a que’ dieci anni di povertà serena e di pace. E ripeteva sempre le medesime parole; e le due giovani donne piangevano singhiozzando sempre più. E dicevano: «Verremo tra il popolo vostro, a vivere con voi madre». E Noemi «Tornatevene, figliuole. Perché venire voi meco? Io non ho casa da darvi; e i figliuoli miei sono morti. Non vogliate, vi prego, mettervi a nuovi patimenti per me; perché più del mio, il vostro patire mi accorrerebbe. Iddio vi benedica figliuole mie, e vi risparmi i dolori che ha dato a me». Le due donne piangevano, e non potevano dir parola.
Orfa baciò la suocera, e tornò ad abbracciarla; e se ne andava, aspettando che Rut anch’ella venisse. Ma Rut pregò la lasciasse ancora un poco in compagnia di Noemi. E quando furono Rut e Noemi sole, la giovane donna disse: «Io vo’ venire con voi». Ma Noemi le disse: «No, figliuola mia buona. La vostra cognata se n’è ritornata da sua madre: andatevene con essa: Dio vi rimeriti del vostro buon cuore che dimostrate verso questa povera vecchia, verso la madre di quel poveretto». Rut le rispose: «Madre mia, non mi dite di no; non mi comandate ch’io me ne vada da voi. Ovunque voi