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Elimelec; e sua moglie Noemi e i figliuoli, l’uno Maalon, l’altro Chelion, giovanetti. Doleva alla povera famigliuola abbandonare i luoghi ove nacquero, e le persone conoscenti strette; ma la necessità sospingeva. Andarono dunque nel paese de’ Moabiti; e lì si posero; e trovarono da campare d’onorato lavoro. Elimelec di lì a non molto morì; rimase Noemi co’ due figlioli soletta in paese di forestieri. Ma gli erano ben veduti; e trovarono lavoro; e campavano quietamente. Presero moglie là nel paese, ancorchè i Moabiti non tenessero la religione pura e spirituale del popolo d’Israello: ma pensò la buona madre Noemi e pensarono i due buoni figli che, senza forzarle a mutare credenza, colle maniere affettuose e col dolce convivere insieme, le due giovani donne avrebbero abbracciato la fede per la quale Israello era l’eletto tra tutte le genti. Delle due giovani donne aveva nome, Orfa l’una, e l’altra Rut. Vissero in concordia dieci anni: poi Maalon e Chelion morirono; e Noemi rimase senza nè marito nè figli.

Or quand’ella seppe che il Signore, misericordioso a Israello, di bel nuovo gli dava annate buone, Noemi si risolse di uscire del paese del suo pellegrinaggio e ritornare a’ luoghi ove nacque. Alle due nuore voleva bene Noemi; ma temeva che fosse loro troppa fatica mantenere lei povera vecchia. Diceva: «E se le si rimaritano? Come farò io a vedere le mogli de’ figliuoli miei con altr’uomo, e io starmene ancora con essi; e mangiare del loro pane, come per carità?». Dunque disse: «Me ne vo’ ire». Le piangeva il cuore a pur pensare di distaccarsi da quelle due donne che avevano fatta così buona compagnia a’ figli suoi, che li avevano pianti tanto: ma bisognava così. Le due nuore dissero: «Vogliamo almeno accompagnarvi, o madre, un