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modi, degli utili suoi, gl’indurò il cuore verso il nipote; nè per picca volle, come zio, soverchiare il più giovane e il men forte: lasciò al giovane e al men forte la scelta; perchè sperava in Dio che gli darebbe del bene; e amava il figliuolo del suo fratello morto, l’amava più che tutte le bestie e che tutto l’oro e l’argento. Lot allora guardò tutt’intorno, e vide il paese lungo il Giordano, che era bello e abbondante d’acque correnti come un bel giardino; e pigliò la parte a levante. Abramo se ne chiamò contento, perchè il piacer del nipote era eziandio suo piacere. E si divisero dolenti nel cuore, come fratelli buoni; e col cuore rimasero uniti sempre. E si rincontravano di tanto in tanto; e godevano di rivedersi, come del rivedere in mezzo alla campagna solitaria e forestiera i luoghi cari ov’egli erano nati. E quando Abramo la mattina avrà viste dal monte ondeggiare al vento giù giù per la valle lontana le tende di Lot, suo nipote; avrà detto con tenerezza: “Quelle sono le tende di Lot, nipote mio, del figliuolo di mio fratello. Benedica Iddio le sue tende e i suoi passi.” Ad Abramo non mancarono però nè bei prati, nè boschi belli, nè belle colline, nè acque limpide, nè soli sereni, nè ogni bene di Dio. E quand’anco, per contentare i parenti o li amici, o anche i nemici, avessimo a perdere, o a patire; non ci sgomentiamo però: ci rimane un gran tesoro, la pace. Se ciascuno di noi pretendesse sempre e da tutti, per minuto, tutto quel che gli spetta; il mondo sarebbe una lite, una baruffa continua.