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e, col rendere gli uomini incauti del pericolo, la vittoria stessa diventa pericolo gravissimo, e può più di certe disfatte tornare vituperosa.
Del grande esercito de’ nemici, s’erano sottratti di là dal Giordano quindicimila; e, più dalla vergogna che dalla precipitosa fuga stanchi, giacevano confusamente, senza sospetto di nuova tempesta. Quand’ecco un lontano rumore a ogni momento approssimarsi, rumore di passi e d’armi. Ma gli uomini che sono usi alle liete fortune; la sventura par loro un sogno breve; e aspettano sempre di destarsi e scuoterla via da sè: tradiscono sè stessi con la speranza presuntuosa. Que’ Madianiti credettero fosse un’altra schiera de’ loro, scampata al macello: e chi sa non s’aspettassero di sentire che Gedeone e tutto Israello era vinto? Ma quando, al primo timido albore, e al silenzio minaccioso, conobbero la battaglia che veniva, sgomenti da quella stessa loro fidanza, si rimisero sconsigliatamente alla fuga. Gedeone li insegue buon tratto di via; prende i due capitani Zebeo e Salmana; e, stanco d’uccidere, e già sicuro della piena vittoria, si ferma, raccoglie i suoi, che, quasi veltri anelanti nel fervor della caccia, si sbandavano alla strage dei fuggenti: li raccoglie; e, innanzi che il sole sorgesse, ritorna.
I figliuoli d’Israello, liberati per mano di Gedeone, gli dissero: «Sii tu, Gedeone, signore nostro, tu e il figlio tuo, e il figliuolo del figlio tuo; giacchè ci hai liberati dalla forza di Madian». Gedeone rispose: «Non sarò io, no, signore vostro; nè signor vostro sarà il figlio mio; ma regni solo il Signore Iddio sopra voi».