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parola che mormorava nel cuore de’ loro conoscenti; e cominciarono a’ esortarli che se ne andassero pe’ fatti loro. E chi diceva, che tanta gente erano troppi, e avrebbero nella mischia dato impaccio più ch’altro: e chi trovava al vicino una scusa, o ch’egli era troppo giovane, o troppo attempato, o indisposto; o della madre, o della moglie, o de’ figliuoli, o delle faccende di casa, o del dover difendere ciascheduno il proprio paesano: tanto che quella gente potesse senza vergogna levarsi dal temuto pericolo. E così moltissimi si staccano dall’esercito d’Israello; chi lesto lesto e senza tante parole; chi pur dimostrando gran voglia di rimanere, e pregando d’essere richiamati a un bisogno, e abbracciando i compagni, parte per tenerezza sincera, parte per gratitudine d’essere sciolti dall’obbligo del combattimento, parte con segreto rimordimento del lasciare i fratelli alla prova dura. Sfilavano taciti per le tacite ombre notturne, temendo che il suono dell’armi li palesasse al lontano nemico. Così, quando il vento scuote l’ulivo grave di frutte, le men salde si staccano e cadono per le terre a marcire, o che l’acqua le porti via.
Ventidumila uomini se ne ritornano alle case loro; rimasero diecimila. Allora Iddio mise in cuore a Gedeone un altro pensiero: «Questa gente ch’hai teco è tuttavia troppa. Menali all’acqua che corre qui presso; e avrai saggio del loro valore; e a quel segno che io dirò saprai chi mandar via e chi tenere». Vennero gli armati all’acqua; e disse Dio a Gedeone: «Coloro che appena assaggeranno dell’acque solleciti e lesti, tu devi scernerli e separarli; coloro che piegheranno le ginocchia a terra per bere, tutta da un’altra banda». Or il numero di que’ che ritti nel cavo della mano prendendo