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una volta vi tento, e vi chiedo un altro segno della bontà vostra grande. Stenderò questo vello: ora prego che solo il vello sia secco, e la terra intorno molle di guazza». E Dio fece in quella medesima notte secondo che Gedeone pregava: e fu asciutto il vello, e per terra tutto rugiada.

Aveva Gedeone da Dio tanti segni; pur tuttavia ne richiede altri ancora, che lo raccertino perchè non di lui solo si tratta, ma di tanti infelici fratelli, ai quali il prode uomo temeva rendere i mali più duri, volendogliene alleviare. E quando si tratta del pericolo altrui, e delle tue sorti, o patria, la prudenza non è mai troppa. Noi possiamo disporre de’ comodi nostri proprii; ma mettere a risico il bene altrui non possiamo senza l’assenso loro e senza sicurezza d’esito buono e onesto. Badiamo però, che la prudenza di Gedeone non è diffidenza della divina bontà, nè paura del disagio o del male proprio. Egli invoca nuovi segni per più riposo della sua conoscenza, la quale era già dentro di sè bene ferma.

Quand’e’ si vide venire da tutte le parti al suo cenno combattenti pronti, poteva Gedeone inorgoglire che al suono della sua tromba tante armi s’adunassero ubbidienti; poteva nell’armi mettere tutta la speranza, e non si ricordare di Dio; o almeno credersene sicuro, e correre alla battaglia, per vieppiù presto liberare la sua nazione. Ma Gedeone attende ancora una parola da Dio: chiede una risposta alla notte, alle rugiade la chiede, che stillano dal cielo, tacite confortatrici. E veramente, nelle anime appassite dal disamore, seccate dalla schiavitù, la speranza di Dio liberatore è rugiada che scende invisibile a stilla a stilla, e irriga i fiori languenti, e s’insinua in ogni venuzza dell’erba rifinita. E siccome il vello prima rugiadoso