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chiamiam sacrifizio ogni perdita che ci costi, e che sia donata con animo generoso. Ma, dappoichè Gesù Cristo venne con la nuova legge piena di grazia e di verità, i sacrifizi delle vittime visibili furon tutti aboliti; e sola rimase, vittima onnipossente, il sangue, tutti i dì rioffrentesi, d’esso Gesù benedetto. Gesù chiede che offriamo insieme col sangue suo i cuori nostri e i pensieri: e già nella stessa antica legge l’offerta del cuore puro o pentito era principalmente richiesta. Onde il Salmo: «Sia la preghiera mia, incenso nel tuo cospetto; il levarsi delle mie mani a te, sacrificio vespertino». E seguita sublimemente, con parole che prenunziano la più alta ancora, verità cristiana: «Metti, Signore, guardia alla mia bocca, e riparo di circospezione alle mie labbra; non lasciare che il cuor mio si abbassi in parole di malizia, a ordire le scuse de’ falli».
Gedeone, quand’ebbe udita dentro di sè la voce del Signore, s’apparecchiò all’operare. Ma vedendo bene che il farlo all’aperto sarebbe troppo dispiaciuto a suo padre, non gli volle di botto dar questo dolore; e attese la notte. Quando si può, anco a coloro che fallano e sono colpevoli, quando si può risparmiare anco a loro un’offesa o un dispiacere è nostro debito porvi cura; massimamente se chi falla è congiunto con noi per vincoli di natura, d’affetto, d’autorità. Bisogna saper contrastare al male, e rispettare al possibile chi lo fa; questo pare contraddizione: e non è. Basta chiedere a Dio l’accorgimento nel coraggio, e nello zelo del bene la temperanza. A Gedeone, del resto, questa moderazione giovava; perchè, s’egli avesse, di bel giorno, preso a distrugger l’altare; il padre, i vicini, chi per isdegno, chi per rispetto umano, chi per paura, gli si sarebbero mossi contro, e impeditolo: e le