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mani: e da Enoc, cioè dalle soglie dell’Eden, viene a Noè, e da Noè ad Abramo e a Giacobbe; da Giacobbe a Mosè e a Càleb; dal suo genero, primo giudice, a Samuele; da Samuele a Esdra; da Esdra a’ Maccabei, da’ Maccabei al Battista. E Pietro e Paolo, che videro il Battista, iniziano la Chiesa romana, Giovanni la greca, e da Giovanni Ireneo la francese; e sorge circa quel tempo Cipriano e la Chiesa africana; e le parole di Mosè e di Pietro e di Giovanni divulga nel linguaggio di Roma e le manda per tutti i secoli e a tutte le genti, Girolamo Dalmata, semplice prete, come Càleb semplice cittadino; Girolamo l’eremita ardente d’affetti, il povero ricco di consolazioni, dall’ingegno elegante, dall’umiltà altera, dalla dignità immacolata.
Qui finisce la storia di Càleb, figliuolo di Jèfone.
S’è detto come i popoli che abitavano la terra di Canaan innanzi il sopravvenire degli Ebrei, furono in gran parte sterminati; e come il Signore permise questo, sì per l’abuso che quelli facevano de’ doni della terra a dimenticanza e offesa di Dio; sì per altri suoi fini, parte visibili a noi, ma parte che agli uomini, creature piccole e ignoranti, non è dato conoscere pienamente. La storia del mondo è come questo pianeta che noi abitiamo: che, quand’anche l’uomo potesse sollevarsi nell’alto dell’aria leggerissimo, e contemplarlo di là, non lo potrebbe tutto abbracciare con uno sguardo ma vedere una parte sola; e in quella pure non saprebbe discernere tutte le cagioni e gli effetti di tutte le minime cose, nè dire perchè quel fiore abbia colore vermiglio,