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l’Aspettato delle genti, il desiderio de’ colli eterni. E si raccolse nel suo letticciuolo, e morì.
Ma le austere parole di Giacobbe sul capo di Levi non tolsero che la sua discendenza non fosse consacrata al Signore; il presagio acerbo a Simeone non fece che Giuda nel dì del cimento con fiducia non lo invocasse compagno del pericolo e dell’onore. E questo ti sia esempio a non intendere nel senso più duro i giudizii di Dio, a non calunniare la sua giustizia infallibile, e non punto più grande della misericordia, coll’augusta e iniqua giustizia nostra; a non perpetuare l’eredità degli spregi e de’ sospetti; ma, credendo sanabili i mali antichi delle generazioni nostre consanguinee, sanarli: e, affrettandoci a rigenerarle in amore, ricreare noi stessi.
All’acquisto graduato della terra non era solamente ragione il far sì che i novelli posseditori fossero sufficienti a via via popolarla, e che non la lasciasse deserta lo sterminio de’ primi abitanti, ma, giova ripeterlo, acciocchè quelli si venissero facendo meritevoli del possesso e coll’affrontare i cimenti, e col difendersi dalle insidie, e col perseverante lavoro. Siccome i riedificatori di Gerusalemme dopo la cattività muravano armati; così dovevano i compagni di Càleb accanto all’aratro tenere la lancia, e con sotto il capo la spada prendere sonno. Nè l’esercizio delle braccia era il solo che avesse a guadagnar loro il terreno promesso, ma non donato; era l’educazione della virtù e della mente. Dovevano e dall’esperienza propria e dagli stessi nemici apprendere come si viva: perchè, guai al vincitore che non sa imparare dai vinti; guai a chi dalla buona ventura è fatto indocile, e quel che dovrebbe fargli più agile per nuove cure utilmente il pensiero, lo istupidisce! Possiamo apprendere eziandio da’ men buoni, e dobbiamo; e questa