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la quale non avrebbe mantenuti quei civili consorzii che avevano a essere di reciproco giovamento: e, d’altra parte, dal contrapposto delle imperfezioni di lui coll’altezza della legge da lui conservata, doveva alla divinità di questa venire sempre maggiore risalto. Ma alla nazione portante in sè grandi destini, dovevasi pure uno spazio di terreno distinto, dov’ella potesse germinare; da poichè Dio ebbe provato che nè la violenza della tirannide, nè la corruzione della servitù, nè la vita lungamente vagante per mezzo alle distrazioni di tante novità tentatrici, nè la sua propria ritrosia la potettero schiacciare o dissolvere: il quale fatto è il più grande di tutti i miracoli a comprovare la sua divina vocazione. Lo spazio assegnato al suo riposo doveva essere in vicinanza de’ popoli più civili, acciocchè la verità rivelata si comunichi meglio, e acciocchè il paragone di quanto poco potesse l’umana scienza e virtù facesse vieppiù evidente la necessità d’un aiuto superno. Ma questo spazio di paese conveniva che fosse non già un grande impero, acciocchè alla violenza materiale non si attribuissero gli effetti del vero: e bastava che tanta ne fosse la fertilità da nutrire gli abitanti, senza però invanirli di dovizia soprabbontante e ammonirli nelle delizie de’ sensi. Or quella terra variata di monte sassoso e di valle, con acque correnti, e con vie che mettevano al mare, apriva campo agli esercizi e dell’industria e dell’ingegno; separava insieme Israello dalle genti e lo approssimava.
Ma già gli abitanti di quella terra, negando agl’Israeliti il passaggio, dimostravano il mal volere; e toglievano luogo a quei patti che avrebbero pur potuta acconciare a qualche modo il popolo pellegrino, senza che ne seguisse la loro rovina. Qui, come altrove, Dio lascia ai men buoni