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P. I. A. X. DELLE AGITAZIONI REGOLATE DELL’ATMOSF. 55

celebra nostro Montanari mel libro istesso, che scrisse contro gli Astrologi; ma acuto, e sincero come era, riconosceva negli astri quell’influenza fisica fin dove, quando, e quanto puote aver luogo. Or egli fi esprime co= sù . Pag. 9. i

Per cominciare dall’éfistenza degl infinsi, io considero, dice, tre effetti che il Cielo qua giù fra noi produce assai paléfi, e fuori d’ogni controversia mi sembrano, il lume, il calore, ed il moto: nè meno i ciechi negano il lu= me; del calore non abbiamo dubbio nel Sole: nella Luna oltre ciò, che ne di:@ Ariftotiie, e che viene tomunemente confessato, che notes in Plenilunio sunt tepidiores, ce? lo addita l esperienza ancora d’uno specchio uftorio gran= de, col quale raccolti i raggi della Luna, e fatti ferire in un Termomet:0afsai delicato di moto, fi v:de mo/ftrar più gradi di calore, che prima non faceva

(difi di uno specchio uftorio assai grande, e Termometro delicato di moto ) perchè con gli o;dinarj, anzi di mediocre grandezza, € con Termometri pieni d’altro, che di aria, non se ne vede effetto sensibile .

Per fe circostanze minute, ed avvertenze enunziate dal Montanari, fi vede, che ha reiterate le prove in molte maniere, e con varj istromenti, sin che fi combinò il vero modo da vederne l’effetto: per il che mi sembra, che fi debba prestare più tosto fede al mostro diligente Filosofo, che agli sperimentatori oltramontani. |

L2 non riuscita dell’esperienze oltramontane potrebba con ragione imPutarsi alla differenza dell’aria; e non sarebbe questo il solo caso, in cui un’esperienza riuscita bane in Italia, di la da monti abortisse, Non potè Il Cassini vedere in Francia le macchie di venere, che aveva scoperte a Bologna, e che poi contemplò così chiaramente Mons. Bianchini a Roma.

D\olte circostanze non osservate possono impedire il successo dell’esperienze. L’Hombergio ( Hiff. Acad. R. 1705.) ollervò, per una spezie di paradosso, che la forza degli specchj ustorj s’indeboliva nel gran caldo, e fi spiegava con più di vigore dopo le pioggie ( perchè nel gran caldo l’aria È più vaporosa ). Invano nella Zona Torrida sonosi tentate l’esperienze elettriche, Non fi potè mai ottenere verun segno di elettricismo, o sola= mente debolissimo: e niuno affatto d’elettricismo Atmosferico; probabità mente per la gran copia di vapori, manifestata dalle continue pioggie, e dalla pronta ruggine, che colà contraggono i metalli; ficcome appreilo di noi ne’ giorni umidi, e firoccali fi pena a destar, o contenere nelle Macchine il fuoco elettrico, che fi dilegua tosto, asportato dall’umido dell’ atnbiente: sicchè nella Zona Torrida tutti i b2zi Sifiemi de’ Fisici nostri sopra l’elettricismo sarebbero stati ignoti in eterno, e non mai nati . Non ci faccia stupore, se il calor Lunare, che fi rifiuta all’esperienze d’oltre»

monti, siasi prestato alle nostre d’Italia.

Certo è da stupire che nei libri di Fisica, non fi trovi nè pur menzio»

ne di questa esperienza, per altro così luminosa, e ragionevole «I dotti Autori del Caftè di Milano che soli ne patlano, in grazia della maggior destrezza acquistata in questo secolo nell’eseguire l’esperienze, antepongo»

no l’esperienza oltramontana e più recente all’antica del Montanari Non è neceslatio di litigare . Ella non è che un di più per ui iii

ciò,


Ri-