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PAR. I. ART. IV. DEL MOTO ANNUO DELLA TERRA. 25


Comunque sia della marea, le parti del Globo nostro soffrendo questa notabile alterazione di velocità due volte al giorno, sebbene i passaggi non sieno repentini, non ostante non possono a meno di non andar soggette, come l’acqua del mare, ad un tremore perpetuo, ad una spezie di ondulazione, propriamente nella direzione di Levante a Ponente, ma che nei passaggi può diffondersi in cerchio od ellisse.

Non mancano indizj di questa oscillazione. Avanti il mezzo del secolo passato, un Gentiluomo del Delfinato, detto il Sig. Calignon, credette di osservare, che il suo pendulo di sei in sei ore vacillava dal Nord al Sud: fenomeno, di cui faceva gran caso quel gran fautore delle scienze il Sig. Peireschio, come nella sua vita riferisce il Gassendo, che pubblicò questo fatto con qualche dubbio. Il Sig. Morin vi si oppose fermalmente. E la quistione giacque fino al 1742, che il Sig. di Mairan la risvegliò. Il Sig. Cat fece delle esperienze, e delle prove, senza veder nulla; il Baron di Grant nell’anno seguente 1743 fu più felice: nell’esperienze che instituì, parvegli vedere, che un pendulo di 30 piedi descrivesse in 24 ore un’ellisse, il cui grand’asse era di linee 24. Il fu Sig. Bouguer sospettò che vi fosse sotto qualche illusione; ed ammettendo il fatto, lo ripeteva non da cagion Cosmica, ma dalla dilatazione de’ corpi per il calore del giorno, e dall’opposta restrizione per il freddo della notte, o per il successivo torcimento e sviluppo del filo dal secco del giorno, all’umido della notte, come fa un Igrometro[1].

Bisogna confessare, che questo fatto non è ancora deciso; il quale per altro, ben verificato, mostrerebbe agli occhi il moto della Terra. Non è tanto facile farvi sopra esperienze sicure, dovendosi sospendere un pendule lunghissimo in luogo fermissimo, chiuso, e ben difeso da ogni vento, e da ogni altra agitazione: e dico che occorre un pendulo sospeso e libero; perchè un corpo fisso, se bene debba oscillare, non sarà però facile vederne l’effetto, come in un pendulo. Onde non mi sembra decidere l’esperienza fatta dal Sig. Bouguer: diresse egli un cannocchiale fisso ad un segnale lontano, con che pretese di metter in prova una linea d’intorno 40 miglia, senza accorgersi di alcun deviamento: questa esperienza, dico, non mi sembra provar gran fatto, perchè il corpo, la torre, o altra fabbrica, a cui era affisso il cannocchiale, dovrebbe essere stata libera per poter oscillare sulla pianta; e poi se aveste oscillato, nello stesso modo oscillava il segnale, e perciò non poteva mai accorgersene.

Quello, che rende credibile l’oscillazione del pendulo, è il concorso di altre oscillazioni diurne, che sono fuori di controversia. Tal è l’abbassamento e alzamento del Mercurio del Barometro a certe ore fisse di ciascun giorno, prescindendo da ogni altra azione apparente dell’Atmosfera. Questa variazione periodica fu osservata la prima volta a Surinam, e


D pub-
  1. Il ch. Sig. Ab. Ximenes osservò simili oscillazioni nel più lungo pendulo, che forse sia mai stato posto in esperienza, nella cupola del Duomo di Firenze, allora delle sue osservazioni del Gnomone: egli spiega queste oscillazioni col moto dell’aria, la quale nel giorno, dentro il tempio, tende verso mezzodì dalla parte battuta, riscaldata, diradata dal Sole; per l’opposto la notte.