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DEL CALORE DEL SOLE. 13

quanto all’effetto le due ftagioni eftreme non fono mal difpofte. Non oftante, fe per evitare ancora la fpezzatura de’mefi, fi voleffe cominciare la State dal principio di Giugno, il Verno dal principio di Decembre, non avrei difficoltà di accordare, che queſto foffe più congruente. Poichè allora il colmo ed il mezzo della State cadrebbe nel fuo vero fito alla metà di Luglio, il colmo dell’Inverno alla metà di Gennajo. L’Eftate avrebbe i fuoi tre mefi caldi, Giugno, Luglio, ed Agofto; l’Inverno i fuoi tre mefi veramente freddi, Decembre, Gennajo, Febbrajo; le ftagioni medie, ciafcuna i fuoi tre mefi temperati; la Primavera Marzo, Aprile, Maggio; l’Autunno Settembre, Ottobre, Novembre.

Nel mio Difcorfo (Giorn. Aftrometeorol. 1778) ho moftrato doverfi fuddividere le dette quattro ftagioni in otto, di 45 giorni incirca ciafcuna ei loro principj fono marcati da punti fifici nella temperatura, indicata dal Calendario Termometrico (Meteorologia applicata all’Agricoltura preffo Storti, in Venezia 1775): la metà dell’Inverno dal fommo freddo dopo la metà di Gennajo; la metà dell’Eftate dal fommo caldo dopo la metà di Luglio; la metà delle due Stagioni medie dal grado del temperato, che cade nel paffaggio del freddo al caldo fulla fine d’Aprile; dal caldo al freddo agli ultimi di Ottobre. Ho moftrato pure che la ftagione, in quefti otto termini, colle nuove e piene Lune, prende una certa indole ferena, piovofa, ec. che dura per fei fettimane incirca; e le Offervazioni pienamente il confermano.

, Paffiamo ormai a confiderare alcuni effetti del calore Solare, poichè il defcriverli tutti farebbe lo fteffo che voler defcrivere tutte le produzioni della natura. Io non fo, fe mancando, ed eftinguendofi il Sole refterebbe più alcun veftigio di vita, e di moto fulla terra; dal vedere il torpore dei Climi glaciali folamente per l’obliquo fguardo del Sole, farebbe da fofpettarfi, che per la totale abfenza del medefimo diveniffe la terra un caos informe, come fecondo che fognò il Wifton, già fu avanti l’Opera dei fei giorni della Creazione, cioè come una Cometa proveniente dagl’ intermondj di fopra Saturno. Certo quefto immenfo globo igneo, pofto al centro del Siftema, fembra il fonte vitale, il motore, l’animatore della terra, e degli altri Pianeti tutti.

’ Il Sole circolando giornalmente intorno la Terra, conduce feco un emisfero di lume, e di calore con un gran promontorio di aria rarefatta ( donde il vento orientale perpetuo della Zona torrida ), il qual calore, è lume defta nei vegetabili, negli animali, ed anche nei corpi inanimati una certa agitazione, e vibrazione un nuovo fenfo di vita. Lafciamo a’ Poeti la defcrizione dell’Aurora, i faluti degli Augelli, le rofe, ec.

Gli animali " e gli Uomini meno alterati dal coftume, che fentono, e fecondano i moti della natura, allo ſpuntare del giorno delati ad operare, fono impazienti del letto e del ripofo mentre gli Uomini du bel air dormono i fonni inquieti, e turbati per le vibrazioni dei dardi luminofi del giorno le quali per via dell’aria più agitata penetrano anche nel fondo delle Alcove. Ho veduto de’ veri ciechi difcernere, per la diverfa impreffione, l’aurora, il fereno, il nuvolo.


La