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DEGLI EFFETTI GRANDI DE’ MOTI PICCOLI. 3

caverne s’incontrano riferite nell’Istoria naturale, le quali provano gli effetti terribili, che possono sorgere da un principio di piccolo moto.

Io non ho difficoltà di riferire a questo genere la forza degli odori sopra i corpi animati, ne’ quali un semplice alito cagiona sincopi, e deliquj mortali; quella de’ veleni, de’ miasmi pestilenziali, degli effluvj delle caverne, o solamente delle fresche intonacature di calce, che talora uccidono. Chi non conosce la forza del solletico e della titillazione nell’agitare i corpi, che supera l’urto delle percosse più forti1? E in qual altro modo opera la Musica destando le passioni, o l’aspetto di qualche oggetto amabile per accendere l’amore, o di un odioso per l’ira? In tutti questi casi, i fluidi, e i solidi adagio adagio si vanno vibrando agitando in modo da produrre una perturbazione, e scuotimento, che forse in vano con qualunque grande impulso repentino si tenterebbe. Anzi una forza grande tutta insieme applicata potrebbe impedire l’effetto, impedendo se stessa; come quando una gran folla concorre per uscire da una porta, e niuno può uscirne, perchè uno sostenta l’altro a guisa delle pietre di un ponte, o di un arco.

Un certo dominio di terrore, o di amore, che alcuni animali esercitano colla sola vista sopra degli altri, o uomini sopra altri uomini, ch’è come una specie d’incanto, e di fascinazione, non si deve ripeter altronde, che dalla vibrazione o di effluvj, o solamente di percosse vive nell’aria intermedia, che batte i fluidi, e la macchina de’ soccombenti. Non si troverà assurdo, che tali vibrazioni, replicate, moltiplicate, e condensate, si potessero propagare in distanza, a commovere un volume d’aria rimota, per esempio coi clamori intensi, e continuati d’un numeroso popolo, aggiontovi il rimbombo di molti stromenti: e se fossero verificati certi quasi magici, ed istantanei cambiamenti d’aria in simili casi, non si


A 2 po-

    E il dotto P. Panigai di ritorno da Costantinopoli ove dimorò tre anni coll’Eccellentiss. Bailo K.r Giustinian, m’assicurava, che l’accensione de’ vasti boschi che succede talora nel Cuban, ed altre provincie deserte tra l’Asia, e l’Europa, produce grandissimi sconvoglimenti nell’atmosfera.

  1. Una semplice vellicazione è la puntura delle Mosche, degli Ali, o Tafani, che pongono in disperazione gli armenti, e il tocco di penna, o di goccia di sudore alla cima del naso, che si dice essere uno de’ maggiori tormenti de’ torturati. In fatti per destare un moto veemente ne’ corpi animati, mezzo più sicuro forse non v’è che quello della vellicazione: e trattandosi, per esempio, di sciogliere costipazioni, e ostruzioni, di provocar sudore, promovere il moto degl’intestini, ec. sempre più efficace riuscirà una superficialissima, e leggerissima frizione, almeno nel principio, che un violento strofinamento, il quale facendo vibrare con troppo forte undulazione i vasi, piuttosto fa stringere i gruppi loro, che scioglierli; quando un leggero moto apre a poco a poco i pori, promove i fluidi, e dislega i solidi. Nella Medicina Elettrica s’è osservato, che le forti commozioni fanno più di male che di bene agli ammalati; perciò si consiglia di cominciare con iscosse leggere, ed aumentarle a poco a poco. Per la stessa ragione maggior profitto recherà un dolce passeggio a piedi, ed a cavallo, che il correre, come si dice, quattro poste di galoppo; e sempre sarà da preferire una blanda e lunga medicatura, la quale adagio dispone, ad un potente medicamento, che o troppa materia, o troppo impeto promove. Il che è detto in generale; potendovi essere qualche caso di eccezione, come quello che si legge nelle transazioni Filosofiche (Bibl. Ingl. T. 1. P. 2.) di un Giovine, il quale avendo inghiottite le ossa delle prune che mangiate avea, l’ebbe nello stomaco per dieci anni, senza poterle dislaccare con vomitivi, ed altri rimedj praticati: corse alcune miglia a cavallo trottando forte, e questa scossa del ventricolo fece finalmente sollevarlo.