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P. II. Cap. I. Regole di fatto. 63

vare, e cambiare i lavori de’ campi. Ma conoscendo l’utilità, o il danno, che tale e tale costituzione d’aria e di stagione, apporta alla campagna, è egli in poter nostro di cambiare l’ordine della natura, e le disposizioni della Providenza? A che serve dunque un così grande apparato d’osservazioni meteorologiche per l’uso dell’Agricoltura? e quali conseguenze pratiche possono ricavarsene!

107. Rispondo, che le osservazioni meteorologiche fatte fin ora, benchè cominciate da così poco tempo (poichè, che cosa è un secolo per la durata de’ tempi, e per le circolazioni della natura!) benchè non siano diffuse, nè comunicate quanto occorrerebbe, non ostante elle somministrano molto di lumi, di cognizioni, e di regole utilissime. Nella Prima Parte, col confronto delle osservazioni meteorologiche e campestri combinate, abbiamo trovato delle buone traccie dell’influenza delle meteore sulla vegetazione, e questo è già un frutto da non disprezzare. Adesso farò vedere, che le medesime non ci somministrano meno di buone regole di Pratica.

108. Si può, credo, distinguere queste regole in due classi: la prima classe comprenderà le Regole di fatto, vale a dire, de’ fatti ben avverati in Fisica per mezzo delle osservazioni meteorologiche, o di uso per l’economia della campagna: la seconda classe abbraccierà le Regole di previdenza, o di congettura.

CAPITOLO PRIMO.

Regole di fatto.

Vorrei che le verità fisiche stabilite col fatto fossero in maggior numero. Non ostante il poco che ne abbiamo, e di cui siamo debitori alle osservazio-


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