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P. I. Cap. III. Malattie del Grano. 55

ste malattie: or sarà una, or sarà un’altra, or molte insieme, e variamente combinate.1

86. Comunque sia della natura della ruggine, un’osservazione universale è questa, che tal malattia attacca principalmente le biade deboli, seminate tardi, e che perciò anche più tardi mettono le spiche; di poi nelle primavere fresche, piovose, ineguali senza venti; perchè in queste circostanze, le piante essendo d’una tessitura più floscia, resistono meno alle stesse impressioni, qualunque sieno. Vi sono al tre osservazioni: l’infezione della ruggine sparisce se succede una pioggia abbondante, che lavi le biade, o un vento che scuota l’umidità stagnante. Le biade coricate patiscono più, perchè sono meno ventilate. Una rugiada, una nebbia senza sole, se anche durasse tutto un giorno, non fa gran male, non essendovi fermentazione. Tutto ciò che aumenta l’umidità, aumenta i pericoli delle nebbie, come l’evaporazione di alberi folti, de’ luoghi bassi, delle terre umide, dei lettami ec. con tutto ciò che impedisce la dissipazione dell’umidità, come le alti siepi, le muraglie, che fermano i venti ec. All’opposto i luoghi elevati, ventilati, lontani da’ boschi ec. saranno meno soggetti alle rugiade, alle brine, alle nebbie, e alle loro perniciose conseguenze.

87. V’è un’altra osservazione nelle Memorie di Ber-


Ber-

  1. La nebbia è un vero fumo, che sorge dalla terra la mattina, e va passeggiando per li seminati basso basso; ed io inclino a crederlo una specie d’aria mefitica o una vera mofeta, mentre ne imita i caratteri esterni nell’atto di produrne l’effetto, che di uccider le piante, poichè intorno le mofete non vivono piante nè erbe (Fortis viaggio d’Italia M. S. ) questo sia detto della nebbia del grano e d’altri seminati, e si noti, che non tutti li fondi vanno soggetti alla nebbia, perchè non tutti i fondi somministrano tali fumi.

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