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P. I. Cap. I. Influenza generale ec. 15

acque, di tutta la terra, di tutti i corpi, sopra tutto de’ vegetabili, e degli animali, per il calor del sole, per li fuochi sotterranei, per le fermentazioni, massimamente per l’azione del fluido elettrico. Tutti questi corpicelli elevandosi, vanno a mescolarsi coll’aria, che Aristotele per ciò chiamò con ragione il gran mare, l’oceano, dove vanno a terminare tutte le correnti di tutti i vapori, ed aliti della terra. Quivi, se bene in questo gran caos facciasi un’infinita confusione di tutte queste materie volatili, non ostante è da credere, che li corpicelli d’ogni specie ritengano la propria loro natura; per esempio le particelle acquose la natura dell’acqua, le saline del sale ec. e parlando dell’emanazioni delle piante, è probabile, che esse ritengano la loro natura vegetabile non solo, ma ancora il proprio carattere di ciascuna pianta; poichè, come colla distillazione si estraggono l’essenze di rosa, di garofano, di menta, d’altri semplici, fermando col coperchio del lambico gli spiriti che sarebbero dissipati nell’aria, in simil guisa gli spiriti, che si spandono per l’aria per mezzo dell’evaporazione naturale, non è da dubitare, che non sieno veri spiriti, per esempio di rosa, di menta, di garofano ec. Gli odori lo provano; per esempio, quando a molte miglia di distanza in mare sintesi la fragranza delle piante aromatiche all’Isole Moluche.

4. Almeno si accorderà ciò, che non si può negare, che tutte le parti le più fine, le più sottili, le più volatili delle piante, presto o tardi, o per la traspirazione continua, o per l’ultima dissoluzione volano nell’aria, e che quivi ritengono almeno una gran disposizione per rientrare nello stato, in cui erano poco fa, di esser vegetabile, certamente con maggior facilità che altre materie straniere, crude, grosse, indigeste.

5. Si accorderà ancora senza difficoltà un’altra co-


sa;