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l’infanzia delle nostre osservazioni; ma suppongono negli antichi un’estensione di osservazioni, e di studj, che appena possiamo figurarci.

NOTA II.

26. Maggio 1778. ore 22. Italiane: mentre dettavo questo paragrafo faceva un grosso temporale con dirotta pioggia, tuoni, baleni, e faette. Io me ne stavo, seguendo il precetto del Franklino, sedendo in una sedia in mezzo la stanza con un piede sopra l’altro dettando, come dissi, queste cose, e pensando insieme che si potrebbero verificare sul momento. In fatti tra l’altre saette cadute distanti, come parvemi dall’intervallo del lampo al tuono, una cadde in contrada di S. Leonardo nella casa de’ Nobili Signori Uberti, nell’angolo di un’ala che sporge verso tramontana, ove già un anno o due questo stesso angolo era stato colpito da saetta. Questa volta vi accese il fuoco, ed arse del fieno; ma presto fu estinto, perchè il soccorso fu pronto: se era di notte, probabilmente ardeva tutta la casa e tutta quell’isola di case. Rilevo poi con dolore una maggior disgrazia di fulmine, che in quell’ora ha incenerito una masseria dell’Eccell.ma Casa Zaguri a S. Siro. senza che siansi salvati se non che a stento i poveri abitanti. Ma di tali disgrazie se ne sente, e scrive ogni settimana dalle gazzette.


TA-