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Sopra i conduttori 13

parti. Il P. Beccaria ha stabilito per principio dietro l’esperienza, che l’esplosione elettrica strascina sul suo cammino le parti deferenti mobili ch’essa incontra, per facilitar il suo passaggio fino ad una distanza, alla qual’essa non giugnerebbe traversando un mezzo resistente. Si sente, quanta applicazione ha questo principio relativamente a parti egualmente mobili che quelle delle nuvole, e quanto egli influisce sopra l’esplosione del fulmine. Le nuvole tempestose son composte di porzioni più o meno separate; sovente la loro parte inferiore è come squarciata in pezzi pendenti, e che servono di veicolo all’esplosioni. La lunghezza cui ha sovente il tratto di fuoco che forma il fulmine, è una prova che questa esplosione si propaga per differenti parti di nuvole, sebben con una succession rapidissima. Di fatto, se questa esplosione si facesse unicamente attraverso il mezzo resistente, bisognerebbe supporre, che l’elettricità della nuvola è portata a un grado di tensione incredibile, per somministrar un tratto di fuoco sì lungo, e gli effetti del fulmine sarebbero molto più considerabili ancora che non lo sono.

Li differenti strepiti, che fa sentir il tuono che cade, secondo le differenti circostanze, son facili da spiegarsi, paragonandoli alle esplosioni artifiziali che noi eccitiamo col mezzo delle nostre macchine. Allorchè si fa lo scarico d’una forte boccia per un conduttore grosso a sufficienza, continuo, e terminato da una palla o da un corpo ottuso, lo strepito dell’esplosione gode di tutta la sua forza. Se il circuito è interrotto da qualche sostanza resistente o dalla poca capacità di alcuna delle sue parti, senza che però l’interruzione sia assai considerabile per impedir che lo scarico non sia sensibilmente istantaneo, come allorchè si sottomettono all’esplosione delle calci metalliche che si vuol revivificare, o delle foglie sottili di metallo battuto per fonderle, lo strepito è molto men forte. Allorchè finalmente l’interruzione è assai considerabile, perchè lo scarico non possa farsi che successivamente, come quando si scarica una boccia, essendo semplicemente posta sul solajo, senza comunicar per una catena di corpi molto deferenti colla superficie esteriore, allora lo strepito si cangia in una specie di fischiamento o di crocchio continuo, più o meno forte secondo le circostanze: la stessa cosa avviene presso a poco allorchè si fa lo scarico con un eccitatore appuntato che s’accosta per gradi. Parimenti qualche volta il fulmine cade con uno strepito considerabile, che indica che il suo tragitto fin nell’interior della terra s’è trovato libero; qualche volta il colpo sembra debo-


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