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nel Conduttore della Specola. 89

ferzione, ove sono incorporati in uno, e attaccati al braccio che parte dalla spranga.

7. Fatti salire questi maestri muratori, che essendo stati nel lavoro allora che si pose in opera il Conduttore, ben si ricordano della sua positura in tutte le parti, verificarono lo scostamento, o la strappata de’ fili al sito indicato; trovarono inoltre nel grosso cavicchio di vetro, che traversa e sostenta la catena sopra il detto primo tubo di vetro, qualche scrostatura di colore, tutta fresca, con fumicazione all’intorno: ravvisarono la serie delle fumicature sparse, e discendenti per il tratto di molte braccia, parendo, che il fuoco abbia giocato girando secondo il tortuoso andamento de’ fili. E perchè io dubitava, che queste macchie potessero essere accidentali, prodotte dal tempo, dall’aria, dall’umido, mi mostrarono ch’erano macchie di fumo, che tingeva le mani, differenti da altre accidentali, che vi sono: e tirata la catena toccai, e vidi che in fatti così era; ciò che non lascia dubbio, che non sia una fiamma discesa giù per la catena.

8. Io non poteva vederla per esser dalla parte opposta, cioè a Levante, della Specola, il Conduttore trovandosi a Ponente, se anche fossi stato fuori, ma di là dal fiume, a Mezzodì, è la riviera di San Michele; a Sera la riva della Saracinesca, o del ponte di legno. Era giorno di festa, onde non viene il solito concorso di gente, facchini, barcajuoli, artigiani, che frequentano quelle rive; molti erano in Chiesa, la maggior parte chiusi in casa. Non ostante dalla riva di San Michele, uno Scultore che passava, e qualche persona per finestra socchiusa, vide la saetta, o la fiamma in figura di globo, da Mezzodì vibrarsi verso la Specola; e dalla riva di Saracinesca lo stesso fuoco fu veduto di quà, le visuali dell’una e dell’altra riva andandosi ad incontrare nella Specola, che sta quasi nell’angolo tra i due canali. Queste persone così attestano d’aver veduto, nè alcuno dice, che la saetta cadesse in altro luogo della vicinanza, sicchè abbiamo d’avanzo prove per la realtà del fatto.

9. Dissi, che fu saetta piccola; somigliante a quella specie secondaria, conosciuta tra le altre dagli Etruschi:


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