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e notizie ec. | 161 |
La mattina dei 26 a Vicenza, già credevano che s’incendiasse la Città per la continua batteria de’ fulmini capace di atterrire gli animi più audaci: era una successione continua di scoppj, anche molti a gruppo in un colpo; tutto insomma il Cielo era in fuoco: così successe nelle terre del Territorio, particolarmente tra monti; da Trieste, e da altri luoghi montani si hanno gli stessi an-
mi, e si avventò nelle ruote, e grosse Catene, che cerchiano questa Torre al di sotto, ai capi d’esse facendo per tutto squarciature gagliarde, e scrostature di malte, sin quasi al fondo; rendendosi visibile anche quì il buono, o cattivo de’ Metalli nelle Fabbriche: buono, se sono continuati: cattivo, se sono interrotti.
Perciò fu comandato di armar questa Torre di Conduttore per preservarla da simili infortunj: quanto può l’arte umana, facile fa il piano di costruzione. Non si eresse Punte esterne, solo si formò una comunicazione di tutti i metalli, continuata però sin sotto terra. Si appiccò dunque un grosso filo di ferro (pari a quello del Martello che si sperimentò capace di fare il bramato effetto) ai Piombi della Cupola, facendolo arrivare sino al Martello presso la Campana: il filo del Martello serve per li 60 Piedi di sua lunghezza sin sotto l’Orologio; all’Orologio si attaccò altro filo simile, in cui facendo comunicare tutte le Catene accennate, si condusse fuori della Torre, sempre incassato, per varj raggiri, attesa la natura dell’edificio, sino a seppellirsi nel pozzo, che giace nel Portico del gran Cortile dell’Università direttamente in faccia del vestibulo.
Tom. II. | L |