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considerar dopo la guerra una situazione nella quale le grandi Nazioni dovessero pagare i poderosi aggravi della guerra passata ed al tempo stesso quelli non meno poderosi della preparazione della guerra futura a breve scadenza che cosa rimarebbe mai pel progresso civile ed economico, per le riforme sociali, per tutto ciò che costituisce il cammino della civiltà? Si ingannerebbe a partito chi pensasse che le Nazioni potrebbero rassegnarsi ad un tale stato di cose che creerebbe dappertutto gravi situazioni interne e provocherebbe le collere dei popoli. Guglielmo Ferrero, al quale siamo debitori di vedute interessanti ed originali sulla guerra e le sue conseguenze, in uno dei suoi articoli ha espresso la speranza che gli elementi rivoluzionari rinuncino a sfruttare a loro profitto la situazione che lascerà la guerra. Io credo che sarebbe più prudente dare alle nostre speranze per l’avvenire una base meno fragile.

I problemi del dopo-guerra saranno più complicati di quelli della guerra ed il còmpito dei governanti sarà più difficile dopo che durante la guerra.

Secondo me non vi è che una via per facilitare la soluzione di questi problemi, ed è