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vrano da essa designato: così si è obbligato il Montenegro ad abbandonare Scutari, e la Serbia a rinunciare allo sbocco nell’Adriatico; così le frontiere albanesi verso la Serbia e la Grecia sono state tracciate secondo la volontà dell’Austria. Questi risultati furono constatati dal conte Berchtold nel suo discorso alle Delegazioni del 20 novembre 1912 nel quale, dopo averli enumerati, concludeva: «Noi abbiamo eseguito la parte essenziale del nostro programma e salvaguardata la pace della nostra monarchia.»
Si è preteso che l’ingrandimento degli Stati balcanici dopo la guerra vittoriosa contro la Turchia avesse ferito profondamente gli interessi ed il programma dell’Austria. Ma questo non è che un semplice apprezzamento al quale io oppongo un fatto, e cioè che tale ingrandimento essa lo aveva accettato. Nello stesso discorso, già citato, il Conte Berchtold ricordava le dichiarazioni fatte nel 1908, al momento del ritiro delle guarnigioni austriache dal Sangiaccato. Io credo utile riprodurre testualmente queste dichiarazioni che il Conte Berchtold ha solamente ricordate.
Dopo aver qualificato di leggenda la marcia dell’Austria verso l’Egeo, il conte Aehrenthal