Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/96

620 LIBRO invialo in Lombardia ad osservare la maniera e lo siile de’ più illustri pittori di queste provincie, e da lui e da Cosìuio 111 di lui nipote fu adoperato in commissioni e in affari ad esse spettanti. La reina Cristina a lui diede f incarico di scriver la Vita del celebre cavalier Bernino, ed egli perciò nel 1681 andossene a Roma per rendergliene grazie; e pubblicò poi l’anno seguente la detta Vita. Egli dunque, parendogli, e non senza ragione, che il Vasari avesse nella sua opera commessi non pochi falli, e ommesse più cose che non erano da tacersi, volle rifarne il lavoro, e darci una nuova Storia de’ più valorosi Professori del disegno da’ tempi di Cimabue fino a’ suoi. Sei tomi egli ne scrisse, dividendo la storia in secoli, e ogni secolo in più decennali. I primi due e il quarto furono da lui medesimo pubblicati. Il terzo e gli ultimi due dopo la morte di esso, avvenuta nel 1696 in età di settantadue anni, rimasti in mano dell’avvocato Francesco di lui figliuolo, furon poi da questo in diversi anni dati alla luce, e in questi ultimi anni due altre edizioni se ne son fatte, una in Firenze, l’altra, che non è ancor compita, in Torino con copiose note e giunte del signor ingegnere Piacenza. E veramente quest’opera, oltre l’essere scritta in uno stil colto e corretto, contiene molte notizie sfuggite al Vasari, il quale innoltre spesso è emendato dal Baldinucci. Questi ancora però non è esente da errori, e noi ne abbiamo rilevati talvolta alcuni; e innoltre ci sembra a molti troppo diffuso, talchè le cose da lui narrate si potesser ristringere in assai minor numero di