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TERZO 6l7 confesso che al legger questo giudizio mi e ,i;ilo dubbio che il Gravina non avesse letta la Storia del Bentivoglio , e che troppo si fidasse dell’altrui relazione. A me par certo eli1 ei sia ben lungi dall’esser povero di sentimenti; e che anzi il difetto di questo celebre storico sia quello di affettare ingegno scrivendo, e f usare troppo frequentemente le antitesi e i contrapposti, senza però cadere in quella gonfiezza di stile sì comune agli scrittori di que’ tempi. Riguardo poi agli ascosi consigli, a me par che ne dica quanto a un saggio storico si conviene, e che nulla egli ommetta di ciò che a conoscere le segrete origini de’ più memorabili avvenimenti può essere opportuno. Rimarrebbe ora a decidere quale di queste Storie sia più da pregiarsi j decisione malagevole, ove si tratta di cosa che dipende dal gusto, e di opere che hanno amendue molti pregi, benchè non sieno senza difetti, Io credo però, che sarà sempre letta più volentieri quella del Cardinal Bentivoglio che quella del P. Strada , perchè il primo scorre più velocemente sulla serie dei fatti, nè troppo si arresta in certe descrizioni più oratorie che storiche. E benchè egli pure talvolta, come già ho osservato, voglia parer ingegnoso, è però assai meno prodigo di sentenze, le quali nel P. Strada son troppo frequenti, e molte volte si veggon venir da lungi, e avvertir quasi chi legge diesi disponga a riceverle. Finalmente la cognizione de’ luoghi che avea il Cardinal Bentivoglio , vissuto più anni nelle Fiandre, dà alle sue Storie una certa evidenza e chiarezza che le rende più interessanti c piacevoli a leggersi.