Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/92

GlG LIBRO dilli intrapreso lavoro, e le cure private. e gli affari pubblici, e lo strepito inquietissimo della Corte, e Ì impedimento della mia languida sanità, che è stato il maggiore e più modesto di tutti gli altri. S’io debbo dire liberamente ciò che a me sembra di questo giudizio del Cardinal Bentivoglio, io stimo ch’egli abbia troppo biasimato insieme e troppo lodato. I difetti ch’egli appone allo Strada quanto all’arte storica, mi sembrano esagerati, benchè pur sia vero che questo scrittore non sia talvolta esente da quelli che il cardinale in lui biasima. Ma esagerate ancor mi sembran le lodi con cui ne esalta lo stile, il quale a me par non poco lontano da quella facile eleganza che forma il pregio principal di uno storico, e da quella purezza che si ammira in un Bonfadio, in un Maffei e in altri scrittori del secolo precedente. Nè io dirò che perciò il P. Strada si meritasse di essere villanamente ripreso dallo Scioppio , il quale prese a criticarne, per così dire, ogni sillaba, con un libro intitolato Infamia Fami ani, titolo che basta esso solo a mostrare il buon gusto di sì severo censore. Anzi a me sembra che, malgrado i difetti che incontransi in questa Storia, essa meriti un distinto luogo tra le più celebri che sono uscite in Italia. Quella del Cardinal Bentivoglio non è stata essa pure senza accusatori e senza critica; e il famoso Gravina fra gli altri lo dice scrittor leggiadro , ma povero di sentimenti, e parco nel palesare gli ascosi consigli da lui forse più per prudenza taciuti, che per imperizia tralasciati (Calogeni, Rare, d Opusc. t. 20 , p. 158). Io