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rio 8 LIBRO gonfio quanf altri mai fosse del suo sapere, che pur non era grandissimo, pretendeva di avere il primato. Una disputa letteraria che tra essi si accese, per poco non fu fatale allo Stigliani, perciocchè il Davila, da lui offeso con parole, sfidollo, e colla spada il passò da parte a parte, riportandone egli solo una ferita in una gamba. La ferita nondimeno non fu mortale , e lo Stigliani ne guarì. Il Zeno annovera i diversi impieghi militari e i diversi governi che affidati furono al Davila in Candia, nel Friuli, nella Dalmazia e altrove, e rammenta l’onorevole guiderdone dei suoi servigi, eli* ebbe dalla Repubblica , non solo colle pensioni che gli furono assegnate, ma con un decreto ancora con cui si ordinò che , quando egli intervenisse al senato, stesse presso il doge, come avean fatto i suoi antenati, quando erano contestabili del regno di Cipro. Così egli visse fino al 1631, quando un impensato accidente il tolse miseramente di vita. Andava egli da Venezia a Crema, per avere il comodo di quella guarigione , e la Repubblica avea ordinato che gli fossero in ogni luogo somministrati i carriaggi al suo viaggio opportuni. Ma giunto a un luogo sul Veronese detto S. Michele, un uom brutale ricusando di dargli ciò che il Davila richiedeva, contro di lui avventossi, e con un colpo di pistola gittollo morto a terra in presenza dalla moglie e de’ figli dell’infelice storico , uno de’ quali poco appresso uccise F uccisore del padre, e in quel tumulto altri ancora furon feriti, e il cappellano del Davila rimase morto. Solo f aiuto innanzi avea egli pubblicata la sua Storia