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Goa unno il Piemonte, che molti ne ebbe; c lasciando in disparte la grand’opera del Guiclienon, clic non appartiene all’Italia, due indefessi ricercatori delle notizie storiche del Piemonte diede in questo secolo la nobilissima famiglia 1 IellaChiesa di Saluzzo, Lodovico senatore e consigliere del duca Carlo Emanuele I, e Francesco Agostino di lui nipote vescovo di Saluzzo (a). Del primo abbiamo la Storia del Piemonte, quella dell’origine della reai Casa di Savoia , e quella della sua patria Saluzzo, scritte in italiano; c in latino le Vite de’ Marchesi di quale essendosi lasciato avvolgere nella trama ordita , ma inutilmente , l’anno 1672 da Rafaello della Torre per far cadere Savona nelle mani del duca di Savoia, e costretto perciò a fuggire, ritirossi a Monaco, e indi a Lione, ove nel 1682 pubblicò la Storia di quella congiura. Passato indi a Parigi, compose ivi nel 1684 l’altra opera, per cui è meritevole di maggior nome, intitolata l’Espion Turc, in sei volumi, in cui finge che una spia mandata perciò dal Sultano in Francia, faccia la relazione di ciò che vi è accaduto dopo il 1637, libro che per la novità dell’idea, e per l’arte del racconto, fu assai applaudito, almeno ne’ primi tre volumi, e fu perciò imitato poscia da molti. Egli pubblicò ancora nel 1690 un Compendio de’ più memorabili avvenimenti del regno di Luigi XIV. Dicesi ch’egli tornato poscia in Italia, e rinchiusosi in una solitudine vi morisse l’anno iGq3 (Dici. de Ho inni. ili. ed. de Caen, 1779, t. 4, p. 346).‘ (<i) Di Lodovico e di Francesco Agostino Della Chiesa e delle opere loro , e di più altri di questa nobil famiglia, si troveranno più distinte notizie nell’Elogio ad essi tessuto dal sig. collaterale Gaetano Giacinto Loya (Piemontesi ill. t. 4> p• 19» cc-)j ove anche molti altri lumi s1 incontrano alla storia letteraria del Piemonte opportuni.