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TERZO ’ 597 seminario, coltivò non solo gli studi propri dell’età giovanile, ma anche i più gravi, applicandosi fra le altre cose allo studio delle lingue greca ed ebraica, e dando segni di vivo ingegno e di una instancabile avidità di apprendere cose nuove. Un uomo tale non poteva fuggire agli sguardi del gran cardinale Federigo Borromeo. Ei gli fu infatti carissimo, e venne da lui adoperato ne’ più onorevoli impieghi (che affidar si possano ad un ecclesiastico, e dopo altre dignità, fu sollevato a quella di arciprete nella basilica di S. Lorenzo nel 1(129. L’anno seguente, mentre in Milano infieriva la peste, consecrossi con sommo zelo al servigio degl" infermi , e fu il solo tra’ canonici di quella chiesa che ne campasse. E io mi ricordo di aver letto tra’ codici della biblioteca Ambrosiana il lagrimevol Diario da lui scritto di giorno in giorno delle stragi che la peste menava nel suo Capitolo. In mezzo alle fatiche del sacro suo mistero ei trovò tempo di occuparsi in dotte ricerche, quanto potesse fare l’uomo più libero ed ozioso. Ei diessi principalmente a ricercare gli antichi diplomi e le carte che si stavano dimenticate ne’ polverosi archivii, e fu un de’ primi a far saggio uso dei lumi che la diplomatica ci somministra. L’archivio singolarmente dell’imperial basilica di S. Ambrogio fu da lui esaminato diligentemente, e raccoltene moltissime carte, se ne valse a scrivere la sua opera intitolata Ambrosianae# Basilicae Monumenta, una delle più dotte e delle più critiche che in questo secolo si vedessero, in cui la storia ecclesiastica generale, e quella in particolare della