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C lo stesso io dirò di Ferrante Pallavicino, tra le cui opere, che presso alcuni hanno il merito <P essere ricercate per la loro oscenità e per la lor maledicenza, abbiamo ancora la Storia delle cose avvenute nel 1636. Il Bayle, il Chaufepiè, il Marchand ne’ lor Dizionarii hanno a gara parlato di questo scrittore, che fu decapitato nel fior degli anni in Avignone nel 1644 per gli scritti satirici da lui pubblicati contro il pontefice Urbano VIII in occasion della guerra di Parma, e in generale contro la Chiesa. Ma le opere di esso non sono tali, che possano rammentarsi con lode dell’italiana letteratura (a). Molle pure son le opere storiche su gli avvenimenti di questi tempi del co. Galeazzo Gualdo vicentino. Ma esse ancora non sono or molto curate 5 e chi pur voglia vederne un esatto catalogo, può consultarne la Vita scritta da Michelangiolo Zorzi (Calog. Jlacc. <F Opusc. t. 1) e dal P. Angiolgabriello da Santa Maria Scritt vicent. t. 6, p. ec.). In maggior credito sono le Storie di Pier Giovanni Capriata, di cui egli pubblicò le due prime parti dal 1613 fino al i()44, e la terza, che giunge al 1660, fu pubblicata da Giambattista figliuol dell’autore, e dedicata a Francesco Maria Imperiali Lercari patrizio genovese e a que1 tempi splendido protettore de’ letterati. Ma il più celebre fra tutti gli scrittori della Storia di questi tempi fu (a) Delle vicende di questo infelice scrittore lia parlato a lungo ed esattamente il eh. sic. proposto Poggiali nelle sue Memorie per la Storia letteraria ili Piacenza (t. 2, //. 170, ec.).