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ragiono, appena vi ho trovato un cenno? Io temo ch’ella abbia preso, come anche a’ più grand’uomini accade talvolta, un picciolo equivoco , e che invece del Breve di Clemente XIV, eh1 io venero e rispetto, ma che non ha alcuna relazione con questo passo della mia Storia , ella dovesse indicare qualche Bolla di Paolo III, o di Giulio III, o di Paolo IV, o de’ due Pii IV e V, o de’ due Gregorii XIII e XIV (per non uscire dal secolo xvi di cui si tratta), che potrebbono con più ragione citarsi, ove ragionasi delle scuole allora aperte da’ Gesuiti. Io la prego, per quell’interesse ch’ella si compiace di aver per me e per la mia Storia, a leggere quelle Bolle, le quali essendo Bolle di romani pontefici, otterranno da V. P. reverendissima quel rispetto medesimo almeno che ella ha pel Breve di Clemente XIV, e a decidere poscia se sia ragionevole il sospettar che io ho fatto di qualche equivoco in cui ella sia inavvertitamente caduta. Più cose abbraccia e comprende un’altra eruditissima nota posta alla pag. 253. Io avea affermato a pag. 244 che* quando sorse l’eresia di Lutero, non era l’Italia troppo feconda di tai telogi, quali a que’ tempi si convenivano; e che l’erudizione sacra non che la profana, la cognizion delle lingue, la critica erano escluse dalla teologia. Questa mia erronea proposizione si combatte qui dapprima da V. P. reverendissima; e per mostrarmi che i teologi di quel tempo aveano comunemente il corredo di erudizione , ch’io ho osato di negar loro, mi TlRABOSCHl, Voi. XV. 27