Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/432

s56 Roma. j> art issane, e fica ritorno alla sua chiesa. V. P. reverendissima mi avverte qui che non fu questa la ragione della partenza del Sadoleto , ma il patto da lui stabilito col papa di servirlo sol per tre anni, e poi di tornare alla sua chiesa; e mi comanda di veder su ciò la Vita del Sadoleto scritta dal J‘ iordibcllo. Nello scriver la mia Storia io avea prevenuto il sUo comando, e leggendo quella Vita, parevami di avervi trovato appunto ciò eh* io ho scritto, Io credeva che il Fiordibello ove dice che il papa cum salutaribus Sadoleti consiliis sæpe usurus esse videretur, flectebatur postea aliorum (fuori ir ndam , qui longc plurimi ini npiul rum poterant, oratione, volesse dire che uguale alla stima non era la deferenza del papa ai consigli del Sadoleto, e eh1 egli seguiva più facilmente gli altrui consigli; e che ove dice del Sadoleto: Qui quidem cum rem in eum locum adductam intelligeret, ut nihil bene monendo et suadendo proficere amplius posset, statuit, quando Reipublicæ prodesse jam nihil posset, suæ saltem Ecclesiæ prospicere atque consulere, volesse dire che veggendo che il pontefice erasi ormai tanto inoltrato, che più non v’era luogo a consiglio, chiese il congedo, e tornò alla sua chiesa. Perdoni di grazia V. P. reverendissima, se io son poco felice nell’intendere il latino, e continui ad istruirmi anche in ciò col consueto suo zelo, e mi mostri che non è quello che io ho creduto, il senso delle parole del Fiordibello. Convien dire che V. P. reverendissima sia stata soddisfatta del modo con cui ho parlalo