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946 aggiunto a’ nuovi trattati dell’arte critica che si andran pubblicando. Ma finchè essi non sono stampati, mi permetta ch’io mi attenga a’ canoni antichi, c eli1 io tragga il carattere di quel grand’uomo dalle opere di lui stesso. Esaminiamo nondimeno di grazia qual sia il carattere che del Petrarca ci ha fatto il Fleury per cui egli lo reputa autore da non aversi in conto alcuno -, e veggiamo quanto autorevole storico in questa parte egli sia. Comincia dal dire che il Petrarca abbracciò lo stato chericale , e che ciò non ostante nell’età sua giovanile ei visse nella dissolutezza, e di ciò si è già detto poc’anzi. Siegue a dire il grande storico da V. P. reverendissima citato per modello di critica, che Benedetto XII volle persuadere al Petrarca di sposar Laura , promettendogli di accordargli dispensa per ritenere i suoi beneficii j ma che il Petrarca risposegli che se la prendeva per moglie, ciò eli1 ei pensava ancora di dirne, non sarebbe più stato a proposito; e che Laura allora maritossi ad un altro. E V. P. reverendissima, che ci vuol far credere di aver lette con attenzione le Memorie dell1 abate di Sade, può seriamente rimetterci al Fleury in ciò che appartiene al Petrarca? Non ha Ella dunque veduto provarsi dal detto abate di Sade con autentici e incontrastabili documenti, che Laura era maritata con Ugo di Sade fin dal 1325, cioè due anni prima che il Petrarca la vedesse, e che morì, vivente ancora il marito, nel 1348? Ed ella vuole che crediamo al Fleury, che si è trangugiato buonamente un sì solenne farfallone?