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siate fino adesso le solite arti degli apologisti de’ due moderni scrittori, e probabilmente non saranno diverse in appresso, non già degli apologisti di Spagna. Questi sicuri di avere da canto loro la ragione, hanno sfidato in campo aperto a faccia scoperta i loro avversari 5 e così faranno sempre che crederanno necessario l’impugnare qualche scrittore in difesa della patria. Nè basteranno le più nere calunnie ed ingiurie con cui si vedono assaliti ad intimorirli e fargli ammutolire, come si prenderebbe con tali indegni scritti. Il fin qui detto mi lusingo che dovrà pienamente giustificarmi presso il tribunale de’ dotti e de’ saggi, al giudizio de’ quali per mia buona sorte s’appella l’abate Tiraboschi sul fine della sua lettera. Essi hanno fra le mani la Storia letteraria d’Italia, il mio Saggio apologetico, la lettera del Tiraboschi e questa mia risposta. Con questi documenti sono pienamente illuminati per pronunziare una giusta sentenza. Essi nel mio Saggio troveranno impugnati i veri e legittimi sentimenti del sig. abate Tiraboschi intorno la nostra letteratura, senza che nemmen una sola volta venga da me impugnato quell1 autore in forza di qualcheduna «!i quelle ch’egli ha stimato chiamare infedeltà. Non troveranno giammai troncati i testimoni Imn. ta di questo giornale di Moderni, e se v’ha uom ili buon senso che la giudichi tale, io mi do vinto, basti il sapere che ella e opera dell*ali*. Alessandro /orzi noni del più dolce e del più amaliit carattere che inai si vedesse, e incapace di usare di quello stile che qui gli vico attribuito.