Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/390

9*4 che sulla sua semplice parola tutto il mondo creda stravaganti paradossi quelle per altro probabili assai e prudenti proposizioni. Ognun sa che tutte le colte nazioni pretendono aver diritto a quella gloria che loro viene dall’antichità della loro coltura nelle arti e nelle scienze; e queste pretensioni incoraggiscono gli eruditi a far utili ricerche intorno alP antica patria letteratura: fatiche che , anzichè biasimate e derise , meritano d’esser lodate da chiunque voglia essere annoverato fra gli amatori de’ sodi ed utili studi. In fatti chi non dee lodare le erudite ed utili scoperte con cui tanti celebri Toscani hanno illustrata l’antica Etrusca letteratura? e sebben questi dotti uomini pretendano e con sode ragioni e con autentici monumenti d’assicurare alla letteratura etrusca la precedenza in confronto ad altre nazioni d’Europa, non perciò stimeranno ridicole le mie proposizioni, con cui io mi studio di manifestare al pubblico alcune delle sode ragioni ed autentici documenti con cui noi Spagnuoli possiamo fondare le nostre giuste pretenzioni a quell’antica letteraria gloria. Pare che non così la pensi il sig. abate Tiraboschi; anzi, facendola da dittatore, vuol prevenire il giudizio dell’Europa letterata intorno al merito del mio Saggio. Ma pazienza: si fosse almeno di ciò contentato, e non avesse con tuono decisivo ed imperioso fulminata contro la letteratura spagnuola una sentenza molto più fatale e decisiva di quante pronunciate ne avea nella sua Storia letteraria. Egli dunque ci fa sapere che la causa della gloria letteraria di