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91 -*■ Pretende di più il sig.;,bato Tirabòschi argomentare il buon gusto del sig. abate Andres e insieme il mio cattivo gusto, dal non aver difeso f abate Andres quegli antichi scrittori che vengono da me difesi; quasi che credesse l’abate Tiraboschi essere stato poeta di miglior gusto il Lope di Vega difeso dall’abate Andres, che Lucano e Marziale da me difesi. Manco male però, che lo squisito gusto che manifesta il sig. abate Tiraboschi nella sua lettera, non lo costituisce degno giudice del buono o cattivo gusto degli autori. Dovea però non dimenticare ch’egli stesso avea dichiarato uomo di finissimo gusto in poesia uno de’ più bravi stimatori e di fendi lori di Lucano, qual è M. Marni 011 tel. Presenta poi il sig. abate Tiraboschi agli occhi del pubblico in gigantesco aspetto quattro mie proposizioni, le quali per altro sono state trovate da’ saggi sodamente appoggiate a non volgari ragioni. Ma potrà egli lusingarsi che basti il solo suo coraggioso detto ad atterrare questi giganti? Si provi il sig. abate di attaccarli in campo aperto, e darà un grato spettacolo al pubblico. Ma si ricordi di combattere quelle proposizioni che sono veramente da me scritte, non già quelle ch’egli con buonissima fede m’attribuisce. Ecco la quarta delle mie proposizioni chiamate gigantesche, che si legge nel tomo secondo, pag. 47: La lingua latina deve agli Spagnuoli t essersi conservata men rozza nel secolo dopo Augusto. Parve al Tiraboschi troppo moderata questa proposizione per essere chiamata gigantesca, e perciò la trasformò