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88f> Eppure nemmen si vede nominato , dove si « traila della nascita di quest’Ordine. Io penso « che sarebbe qui più opportuna quella sincera « confessione fatta dal Tiraboschi in occasione

    • della venuta di Carlo Magno in Italia, giac« che con giusta ragion potrebbe dire: Se f I« tali a ebbe a questi tempi la sorte di aver un

« eroe santissimo, che con la fondazione d un « nuovo Ordine si adoprò a farvi risorgere / sa« cri studi, e le assicurò un perpetuo seminario « di grandi uomini, ella dee confessar sincera« mente che ne è debitrice alla Spagna ». Dov’è qui, sig. abate stiiiialissyiio, ch’io l’accusi di non aver detto che S. Domenico fu Spagnuolo? Dove sono le mie precise parole citate senza punto alterarle? In questa guisa ella si studia di sfigurare le mie giuste accuse per farle credere ridicole; mentre l’accusa da me intentatale in questo luogo solo può chiamarsi ridicola da chi, acciecato da qualche prevenzione, pretenda che furono maggiori i vantaggi recati da Carlo Magno agl’italiani studi, di quelli dei quali è debitrice l’Italia a tanti dottissimi Domenicani che l’hanno illustrata, e la illustrano per quasi sei secoli (i). (i) Questo è un puro giuoco di parole. Io ho lodato l’Ordine dei Predicatori, e ho detto che molto ad esso dovetter le scienze, e col lodar l’Ordine domenicano ho lodato S. Domenico fondator dell’Ordine, giacchè niuno, credo, vorrà sospettare che il detto Ordine sia fondato da S. Benedetto. È dunque una puerilità il dire ch’io lodando l’Ordine domenicano non ho nominato S. Domenico; e tutta l’accusa non può ridursi ad altro, che al dire eli io non ho detto che S. Domenico fosse spagnuolo, e perciò a tale accusa ho fatta la risposta che si conveniva.