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56o li uno egli prese nell’interpretare una medaglia degli Apameesi, in cui gli parve di raffigurare l’arca e l’universale diluvio col nome di Noè; mentre altro non vi era che le tre ultime lettere della greca voce Apameon , che da lui lette all’orientale indicavano appunto Noè. Monsignor Fabbroni ne ha pubblicate due lettere al principe Leopoldo de’ Medici (Lett. ined. t. 1, p. 248), nella prima delle quali, che è assai lunga ed eloquente, a istanza del Cardinal Pallavicino lo prega a fare che le Opere di Torquato Tasso sien citate nel Vocabolario della Crusca, nella seconda gli spone il riconciliar eli’ egli avea fatto 1’animo dell1 abate Miclielangiolo Ricci, che fu poi cardinale, con Alfonso Borelli. « Molte altre lettere del Falconieri si trovano sparse tra le lettere famigliari del conte Magalotti, di cui era amicissimo, e da una di quelle del Magalotti raccogliesi eh’ ci può aver diritto ad essere annoverato tra gli Accademici del Cimento. È intenzione del Serenissimo Principe, scrive egli a Michelangelo Ricci (Lett, famigl. t 2, p. 4), che il signor Ottavio Falconieri, come nostro Accademico, sia aneli egli a parte d ogni nostra speculazione, purchè si mantenga in fede, senza più ritornare, come suol dirsi, al vomito del Peripateticismo, dopo esserne così felicemente risanato per sua testimonianza, mercè dei frequenti discorsi avuti con esso lei ned ultima villeggiatura di Frascati ». Un altro illustre antiquario produsse il Friuli in Filippo del Torre nato in Cividale di antica e nobil famiglia nel 1657, di cui ha scritta lungamente La Vita