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di questi difetti, ivi è che dice: Lucano fu il primo a distogliersi dal buon sentiero; come mai pretende eli1 io avverta eli1 egli ristringeva quest1 accusa a1 soli difetti in cò dì è poema epico? Questa è la maniera , sig. abate, di metter in chiaro la verità? Pretende poi il sig. abate Tiraboschi, che gli venga da me rimproverato l’aver dimenticato Igino. E in questo luogo, come in molti altri, dà alle mie parole un senso diverso da quello che tutti intendono, e così fa comparire quasi false accuse e puerili lamenti le mie vere e sode doglianze. Così, dove io mi dolgo del sig. abate, perch’egli non dà luogo, perchè da lui vien dimenticato nella sua Storia, perchè egli non parla, non favella d’alcun autore spagnuolo, pretende di’ io mi dolga che egli non abbia nominato il tale, o il tal altro autore, e si crede pienamente giustificato dalla mia accusa col dire che lo ha nominato sino a due volte: e non potrà dirsi esser queste di quelle ch’egli chiama stiracchiature? Se io stesso , dove mi lamento eh* egli non abbia dato luogo ad Igino e Prudenzio, dico ch’egli si scusa dal dar loro luogo nella sua Storia , perdi1 essi furono Spagnuoli, non dico in ciò chiaramente che da lui vengono nominati? Nomina egli per ben due volte Prudenzio, e nondimeno dice: che non debbe favellare di Prudenzio perchè fu Spagnuolo: dunque non basta nominar qualche autore nella sua Storia per dir che di lui in essa ne favella (1). (i) Sappiati dunque i lettori dell opera dell" abate